ANALISI E CRONACA DELLA COPPA DEL MONDO DI BREGENZ

Se c’è una cosa che bisognerebbe trasmettere è l’importanza di impegnarsi con azioni concrete, per rendere migliore il proprio lavoro e non esaltare l’ego dei propri allievi con parole roboanti sui social, regalando poi premi solo per ingrassare la pancia del proprio team, quando questi non sono meritati.

Il successo si raggiunge sempre con azioni concrete eseguite con costanza.

Non col mero potere insignificante di chi si fa le regole per se.

Poi occhi esterni, esperti, vedono e si pongono delle domande.

Ma va bene così, perchè il lungo week end era iniziato veramente male e con un faticoso viaggio.

Il progetto c’era e la direzione verso la quale indirizzare le nostre azioni  era presente; la concretezza si è materializzata domenica mattina, dove 600 e oltre atleti di karate, kobudo e kung fu si sono sfidati sui tatami della casa della Black Dragon di Bregenz Austria. Forme Hard Style, Soft Style, Creative e Tradizionali le armi della battaglia.

Anche il sabato, quasi 800 fighters hanno dato lustro ad incontri memorabili cercando il titolo di campione del mondo e di mettersi al collo o attorno alla vita i premi meravigliosi messi in palio dal padrone di casa Harald Folladori.

Le specialità erano point fighting, light contact e kick light, grappling e mma light sui tatami, mentre sul ring il K1 e il full contact hanno fatto da padroni. La bolgia era incredibile e il successo è stato all’altezza della competizione.

Ma torniamo a domenica. Il Drago ha portato a Bregenz 3 atleti, affiliati alla nazionale WMAC: i due shihan Rita e Walter e Leonardo, alla sua prima uscita internazionale e forse anche alla sua prima competizione di livello così elevato.

Lui non ha deluso, perché ha sovrastato tutti i suoi avversari nelle tre categorie dove era iscritto, vincendo sempre.

Walter shihan, due buoni primi posti sul tradizionale e sul creativo, nel hard style invece per un’imperfezione verso la fine del kata lo ha relegato al 3° posto (purtroppo quando ci si presenta in battaglia con un arma nuova è facile che questa si inceppi). Rita shihan 2^ nel tradizionale (che nonostante la stanchezza ha raggiunto il podio con il suo fidato Suparinpei), nell’hard style vince a man basse con un Chatan Yara che non provava da anni.

Sunto del discordo: 3 atleti 6 ori, 1 argento, 1 bronzo.

E un arbitro all’altezza del suo incarico,( al secolo Mamma Lella) che ha diligentemente ben svolto il suo ruolo.

 

E grazie Drago!IMG-20221113-WA0000