RISULTATI KARATE 1^ TAPPA CAMPIONATO NAZIONALE OKDI E COPPA DEL PRESIDENTE WMAC KICKBOXING BABY

9 febbraio 2020 1^ Tappa del Campionato Nazionale OKDI San Bonifacio VR

e Coppa del Presidente WMAC Ferrara

Nel nostro piccolo anche ieri abbiamo lasciato un segno!

14 la somma dei nostri atleti iscritti nelle due competizioni affrontate ieri, 9 febbraio, dai nostri agonisti. E che risultati!

Nel karate, a San Bonifacio Vr, si svolgeva la prima tappa del Campionato Nazionale OKDI e dei 9 ragazzi presenti in questa competizione, tutti sono andati a podio: 4 ori, 1 argento e 4 bronzi.

Piccoli campioni crescono:

Ivan il “terribile”, schianta i suoi compagni di avventura con un Matsumura Rohai al limite della perfezione, nella categoria fino a cintura marrone children B.

Filippo il “grande”, nella categoria fino a cintura blu, children C, annulla le velleità dei suoi avversari con un Seienchin impeccabile. Entrambi vincitori delle rispettive categorie.

Il terzo oro arriva dalla nostra Ginevra, inserita nella categoria maschile cadets fino a cintura blu, dove vince egregiamente con uno splendido Heiku.

Il primo argento arriva da Alessandro, anche se il suo Seienchin è stato eseguito come fa di solito lui, cioé estremamente bene, questo non è bastato a fargli dare una valutazione finale in grado di farlo vincere.

Gli altri due cadetti:

A Ion, malgrado la sua forma sia stata eseguita con il giusto kime e senza errori, viene conferito un immeritato terzo posto nella categoria cadetti fino alla cintura verde. Questa non vuole essere una critica, ma solo un motivo di miglioramento.

Stessa sorte per Sofia, anche lei meno esplosiva del solito, conquista comunque la terza piazza del podio, ma adesso arriverà il bello, perchè a partire da oggi il lavoro cambierà per cercare la conquista di metallo più prezioso.

Gabriele, iscritto nella seconda categoria più numerosa della gara, dove 12 mini cadets e cadets fino a cintura nera, si sono dati battaglia con ottimi kata. Il suo primo kata, Unshu, non ha dato l’effetto desiderato, forse perché partito come primo della lista e con poco riscaldamento pre competizione, ha fatto sì che la votazione non sia stata tanto benevola nei suoi confronti; il Chatanyara Kushanku, sua seconda performance, lo ha visto migliorato, tanto da farlo conquistare una buona medaglia di bronzo.

“Nel dubbio Suparinpei”, il motto mio e quello di Rita sensei che, nella categoria senior femminile fino a cintura nera, mette in riga le sua avversarie vincendo il 4° oro della giornata.

Dulcis in fundo, anzi amarum in fundo il sottoscritto, come l’anno precedente, ha la solita incertezza mentale… Suparinpei? Papuren? O Chatanyara Kushanku? E Papuren fu… Grr, e il solito amaro giudizio (lasciamo perdere), terzo posto con medaglia di bronzo.  Nel contempo, a Ferrara, lo zio Sandro, accompagnava i nostri Draghetti: Danis, Denis, Daniele, Giovanni e Gabriele G., alla Coppa del Presidente sotto la sigla federale WMAC, organizzata dai maestri Sergio e Mauro de Marchi. I nostri ragazzini si sono comportati veramente bene, salendo tutti sul podio conquistando tutti la medaglia d’argento.

Pensiero finale…

 

Spostati progressivamente,

man mano che invecchi,

dal corpo allo spirito,

dal combattimento agonistico allo studio della forma,

dalla pratica essenzialmente fisica all’interiorizzazione dei principi. [cit.]

 

Perché la trasmissione di un kata è una scrittura nello spazio, che si cancella appena appare. Come un suono appartiene all’istante della sua emissione, il gesto, dal canto suo, è legato allo spazio che fende, e si chiude nel tempo. Per questo la scrittura del kata si cancella senza sosta, ma lascia ogni volta la sua impronta in corpi che vivono tempi sociali differenti. Ecco l’evoluzione del kata nel tempo. E allora un solo gesto può essere portatore di uno o più significati, poiché la scrittura di un kata è una serie di linee tracciate da un corpo che respira e si muove secondo molteplici cadenze, e queste linee sono ritmate dalla forza della velocità. La struttura dinamica di questa scrittura compone il kata. Nel karate, il ruolo della gestualità è particolarmente marcato, perfino primordiale. Per chi esegue un kata, lo sforzo consiste nell’incorporare questa scrittura nel suo stesso corpo. Nel momento in cui il kata emerge, lasciando cadere gli ornamenti, aprendosi nello spazio-tempo, si metamorfosa in una specie di pelle viva, in cui circola il sangue dell’esistenza. Da quel momento l’esecutore non è più soltanto trasmettitore o insegnante, diventa egli stesso origine del messaggio. Iniziandosi alla via del karate.

La tecnica ora è l’uomo.

 (KATA)

Kenji Tokitsu